Ad un anno e mezzo dalla mia conversione, nel senso che prima di questo tempo ero molto interessato alla religione senza esserne coinvolto in prima persona (probabilmente era un interesse che sedimentava la necessità della conversione) vorrei fare qualche considerazione sul sacramento più importante che la Chiesa offre ai suoi fedeli insieme al battesimo. L'eucaristia.
Il gesto di "manducare" l'ostia consacrata è a prima vista di una semplicità unica. Prendere e deglutire questa piccola cialda di pane durante la messa pare una sorta di coronamento di tutto il rito, questo ho creduto per tanto tempo.
Poi ho letto delle esperienze di alcuni santi.
Nel momento in cui si avvicinavano al Santissimo Sacramento erano colti da gioia incontenibile oppure da sgomento e senso di indegnità fino al tremore. Cogliendo la reazione dei santi, mi sono chiesto quante volte ho preso l'ostia consacrata con scioltezza, senza dare poi troppa importanza.
Perchè ad alcuni è stato data "l'intuizione" dell'importanza totale di ciò che si sta andando a fare, mentre per la maggior parte delle persone, compreso me, appare come un abitudine formale?
Se torno al momento della prima ostia, del primo pane spezzato per i discepoli da Gesù in persona, sento che c'è qualcosa di misterioso ed enorme allo stesso tempo. Un abbassamento del Divino su l'uomo, ad offrire spontaneamente la propria carne per la remissione dei peccati. Intuisco ma non afferro questa sapienza superiore che preferisce i non sapienti.
La "transustanziazione" è scandalo per la ragione, forse a parole un grande divulgatore cristiano potrebbe persino convincere della bontà del sacramento e del suo significato. Ma quando è il momento dell'offerta, aspettando il proprio turno per prendere quella piccola cialda, il pensante perde colpi, la ragione e la razionalità diventano un inghippo, beffa totale per chi crede di capire solo attraverso il metodo sperimentale.
Le cose nascoste ai dotti sono rivelate ai piccoli, è evidente che Dio si fa gioco della nostra logica e dei nostri calcoli, quello che vuole è il nostro affidamento alla sua volontà, e credere in ciò che ci sta offrendo. Potessimo vedere solo con gli occhi dello spirito, chissà quali meraviglie sarebbero svelate innanzi a noi.
"Mistero della fede" recita il sacerdote durante la consacrazione del pane e del vino, non c'è nulla di più vero, è un mistero di cui avremo piena coscienza solo alla fine del percorso terreno, e tutto sarà mostrato all'uomo per ciò che sono veramente le cose.